WORK ENGAGEMENT

La giusta chiave per fidelizzare i talenti

“Se le aziende vogliono aumentare la produttività, con le fatiche di oggi nell’aumentare il numero di dipendenti, il contributo degli stessi diventa una risorsa fondamentale: per questo, le imprese devono cercare di coinvolgerne corpo, mente e anima.” (David Ulrich, Human resource champions, 1996). Questa citazione esalta il valore cruciale che il coinvolgimento dei propri collaboratori, meglio definito come “work engagement”, gioca nell’attuale mercato del lavoro. Ma perché è così importante? Secondo l’ultima indagine di Confindustria, il crescente turnover dei lavoratori è un trend altamente attuale e preoccupante: basti pensare che nel 2022, il tasso di turnover complessivo è risultato pari al 37% e si è dimostrato molto più alto nelle imprese di servizi (53%) rispetto al settore dell’industria (27%). Anche se questo dato può essere letto da molteplici prospettive, sarebbe forse utile fermarsi a riflettere sul punto di vista dei diretti interessati: i dipendenti. Cosa li spinge ad abbandonare il posto di lavoro? Ma soprattutto, quali sono invece le leve che possono motivarli a restare? Nelle prossime righe parleremo di come il work engagement può essere una risposta efficace a queste domande.

COS’È DAVVERO IL WORK ENGAGEMENT?

Entrando nel vivo del concetto, il work engagement è stato definito dallo psicologo Wilmar Schaufeli e i suoi colleghi come “uno stato mentale positivo e di soddisfazione nei confronti del proprio lavoro, caratterizzato da vigore, dedizione e immersione”. In altre parole, consiste in una condizione di sinergia in cui il lavoratore si sente realizzato e soddisfatto del proprio ruolo professionale e, proprio in virtù di questo, assume un atteggiamento motivato e proattivo nei confronti del suo lavoro. Si tratta quindi di un vero e proprio circolo virtuoso, che porta con sé benefici sia per il singolo lavoratore, sia per le organizzazioni in cui opera: se da un lato il work engagement aiuta a ridurre lo stress e aumentare la soddisfazione dei dipendenti, dall’altro corrisponde a un aumento della produttività e della qualità del lavoro svolto da parte degli stessi, oltre che a un’occasione per fidelizzarli.

QUALI STRATEGIE ADOTTARE PER PROMUOVERE L’ENGAGEMENT?

Coinvolgere i propri dipendenti non richiede azioni straordinarie; il vero engagement si sviluppa nella vita quotidiana. Ecco di seguito alcune strategie utili e concrete per favorirlo:

  • Monitorare la motivazione dei propri collaboratori: osservandoli, ascoltandoli ma anche interessandosi a loro in modo diretto, chiedendogli come si sentono nei confronti del proprio lavoro e delle proprie responsabilità. Vedere riconosciuta la propria importanza come persona e come risorsa, favorisce il senso di appartenenza e di responsabilità nei confronti del gruppo di lavoro di cui si fa parte, aumentando anche il coinvolgimento al suo interno.
  • Saper dare feedback nel momento opportuno e con le giuste modalità: una buona pratica è quella di definire un momento formale per dare i feedback alle proprie risorse. In particolare, è preferibile che questo non avvenga durante un servizio, ma in un momento tranquillo, senza clienti o terzi che potrebbero influenzare negativamente la comprensione e l’efficacia dello stesso. Nella preparazione al momento è giusto farsi queste domande: a chi sto restituendo il feedback? Che cosa voglio trasmettere? Come lo voglio comunicare? Dare un feedback in modo rispettoso favorisce l’engagement perché crea un ambiente sicuro e stimolante, incoraggiando la collaborazione e la crescita professionale senza compromettere il morale o la fiducia.
  • Fornire supporto costante ai propri collaboratori: quando una propria risorsa è in difficoltà o ha commesso un errore, è utile ascoltarlo e fornirgli consigli, anche attraverso il proprio esempio e sostegno concreto nei passi da svolgere per crescere personalmente e professionalmente. In questo caso, l’engagement è stimolato dall’attenzione posta nei confronti del continuo miglioramento della risorsa. In breve, promuovere il work engagement non solo ci aiuta a contrastare il problema del turnover, ma stimola la soddisfazione individuale e l’efficienza aziendale. Azioni pratiche, come quelle che abbiamo descritto, si rivelano chiavi per costruire un ambiente incentrato sul successo condiviso.
dario bussolin, Manager della divisione Human Capital del gruppo Aegis Human Consulting Group, Psicologo e Psicoterapeuta in Formazione, Coach, formatore e consulente per le organizzazioni

*Dario Bussolin

Manager della divisione Human Capital del gruppo Aegis Human Consulting Group, Psicologo e Psicoterapeuta in Formazione, Coach, formatore e consulente per le organizzazioni. Da 10 anni collabora con l’Università Cattolica di Milano in progetti di ricerca e supporto alla didattica nel dipartimento di Psicologia. Impegnato nello studiare i processi organizzativi e valorizzare le qualità professionali e personali delle persone, Dario accompagna i professionisti in percorsi di allenamento per consolidare il proprio stile di Leadership, attraverso confronti, metodo, esperienze concrete e tanta passione.

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