Rossi giù, spumanti su. Il vino italiano festeggia al Vinitaly, con un +20% di buyer dall’estero. Facciamo il punto
93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. Vinitaly 2023 ha messo a segno una crescita importante, determinata in maniera decisiva dall’ingresso di buyer esteri, che hanno fatto segnare un +20%, provenienti da 143 Paesi. Una prospettiva globale che fa bene al vino italiano, protagonista della quattro giorni andata in scena dal 2 al 5 aprile che ha raccontato novità di prodotto e tendenze di mercato. «Un Vinitaly finalmente a pieno regime, che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni – ha detto in chiusura il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. – Siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione».
+5%
CONSUMO BOTTIGLIE
SPUMANTE 2022 IN ITALIA
VETTORE DEL MADE IN ITALY
«Gli investimenti fatti in favore dell’incoming estero – ha detto l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – hanno dato un primo concreto risultato a un Vinitaly che vogliamo sempre più decisivo per il business degli espositori che per la manifestazione riservano risorse importanti. Un matching domanda-offerta che ha funzionato, come dimostrato anche dagli oltre 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer della piattaforma Vinitaly plus che si aggiungono a quelli fissati direttamente tra aziende e buyer. Il nuovo corso è iniziato ma non è certo terminato: Vinitaly – ha concluso Danese – sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all’estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare».
CRISI DEL ROSSO? NON I PREMIUM
A segnare una prima tendenza di mercato è l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly sull’andamento dei vini rossi. Si sta verificando, infatti, un’accelerazione verso il tanto auspicato posizionamento in fascia alta delle denominazioni italiane rossiste più virtuose. Il segmento premium, in altre parole, la fa da padrone, in un contesto generale che vede il vino rosso in sofferenza, a vantaggio di spumanti (+6% in volumi nel 2022) e bianchi fermi (+1,3%). L’analisi qualitativa sulle esportazioni dei rossi italiani emersa a Vinitaly ha visto così le categorie premium (da 6 a 9 euro/litro in cantina) e superpremium (oltre i 9 euro) conquistare quote di mercato molto importanti negli ultimi 12 anni. In un decennio circa si è dunque invertita la tendenza, con la fascia alta dei rossi – che vale oggi 1,9 miliardi di euro di export, in crescita negli ultimi 10 anni del 200% – che ha superato per la prima volta quella popular e basic.
SPUMANTI IN CRESCITA
Sfiora quota 1 miliardo di bottiglie la produzione, in crescita, di spumanti italiani nel 2022. L’Osservatorio Uiv-Vinitaly restituisce il dato in leggero aumento (+4%) rispetto al 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie). Sul mercato interno, il consuntivo 2022 sulle vendite in Italia chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar. I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume.
Da sinistra, Federico Bricolo, presidente Veronafiere e Maurizio Danese, AD Veronafiere
DESTAGIONALIZZAZIONE DEI CONSUMI DI BOLLICINE
«In Italia – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante: storicamente i consumi nel nostro Paese sono concentrati nel periodo natalizio, con il solo mese di dicembre che fino al 2015 faceva il 40% del totale. Negli ultimi anni, vi è stato invece un allargamento graduale dei consumi anche agli altri periodi dell’anno: in quello estivo, dove è arrivato a sfiorare il 30%, ma anche nel periodo dal post-Natale alla primavera, in cui la quota dei consumi supera il 30%».
“In Italia si va sempre più affermando un nuovo modo di consumare spumante”
NON SOLO VINO
Interesse in crescita a livello internazionale anche per il mondo della grappa, altra protagonista del Vinitaly, manifestazione che sempre di più accende i riflettori anche su altre categorie di bevande a base alcool. A un anno dalla costituzione del Consorzio Nazionale Grappa, ufficializzata proprio al Vinitaly nel 2022, Sebastiano Caffo, Presidente del Consorzio ha ricordato le motivazioni della trasformazione dell’Istituto Nazionale Grappa in Consorzio stesso: dare maggiore forza alla grappa e portarne il nome nel mondo, tutelarlo e promuoverlo al meglio. Ottimo risultato per questi primi dodici mesi che registrano un dato importante: +23% di export rispetto al 2022, nonostante le difficoltà contingenti dell’aumento dei costi delle materie prime e la scarsa reperibilità di vetro e carta per il pack.
LA PROVENIENZA DEI BUYER
Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti staccano la Germania. Terzo il Regno Unito mentre la Cina torna in 4ª posizione, scavalcando il Canada. Si segnala il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati extra-Ue: Asia (+116%) trainata dal rientro dei cinesi e Giappone (+143%). Exploit USA (+45%) e Brasile (+46%). Australia in tripla cifra, a +130%.