Negli ultimi anni si registra un aumento della pressione fiscale, che incide in misura diversa a seconda delle aree geografiche considerate. Esistono, però, specifici strumenti in grado di contenerla
La Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) ha redatto la classifica delle aree geografiche dove le imprese pagano più tasse. Il rapporto prende in esame quanti giorni servono per pagare tutti gli obblighi fiscali ai quali le imprese sono soggette. Scopriamo insieme, in quest’articolo, in quali città pagano più tasse le aziende italiane.
DAL 43,5% AL 49%, A QUANTO AMMONTA LA PRESSIONE FISCALE?
I tentativi per dare un freno all’aumento della pressione fiscale sono stati tanti negli ultimi tempi; tuttavia, non sono mai riusciti ad arginare questo fenomeno. I dati registrati negli anni, purtroppo, continuano a segnare un graduale aumento della pressione fiscale, che incide – e molto – sulle casse delle imprese italiane. La pressione fiscale, nel 2022, è arrivata al 43,5%. Un dato sconfortante, soprattutto se consideriamo il costante aumento avvenuto dal 2019 in poi dove la pressione è passata dal 42% al 42,7% nel 2020 e al 43,4% nel 2021 (fonte: CGIA di Mestre). La situazione, purtroppo, non mira a migliorare. Secondo un elaborato di Unimpresa, nel 2023 la soglia record del 2022 dovrebbe essere ampiamente superata. Infatti, per quest’anno, la pressione fiscale dovrebbe arrivare al 49%*, per poi scendere al 48% nel 2024. Le prospettive future, ad oggi, non sono rosee per l’imprenditoria italiana costretta a dover versare in tasse quasi il 70% dell’utile prodotto, considerando, non solo le imposte sui redditi (Ires e Irpef), ma anche Irap e contributi previdenziali (tasto dolente di chiunque faccia impresa).
(* Leggi anche: Pressione fiscale 2023 al 49%: quale sarà l’impatto sulle aziende? https://www.soluzionetasse.com/pressione-fiscale-2023-al-49-qua-le-sara-limpatto-sulle-aziende/)
IN ITALIA SI PAGA DI PIÙ?
Nonostante i dati in Italia siano allarmanti, c’è chi sta peggio di noi. Confrontando gli altri Paesi dell’UE, è emerso che la pressione fiscale in Francia e Belgio nel 2022 è ancora più alta: in Francia è del 47,7%, mentre in Belgio è del 45,1%. L’Italia, dunque, con il suo 43,5% si piazza al terzo posto come Paese con la pressione fiscale più alta; seguono la Germania, con il 41,9%, e la Spagna, con il 38,5%. Nel 2023, invece, se i dati rimarranno così, probabilmente ci classificheremo direttamente al primo posto con il 49%. Tuttavia, anche se c’è chi sta peggio, il problema italiano, oltre alla tassazione, è la burocrazia e la complessità del Fisco in generale. Le varie imposte, nazionali, regionali, comunali, di certo non aiutano chi fa impresa. Ma non solo, perché la grande varietà di imposte fa emergere una diversa distribuzione del gettito fiscale tra le diverse aree geografiche.
DOVE LE IMPRESE PAGANO PIÙ TASSE IN ITALIA?
La Cna afferma che ci sono alcune zone geografiche in cui il carico fiscale sulle imprese è più alto; in altre aree, invece, il peso del Fisco risulta inferiore. Iniziamo proprio da queste ultime. La pressione fiscale è più bassa a Bolzano con il 46,7%; segue Trento con il 47,9% e Gorizia con il 48,5%.La situazione comincia a variare, e quindi abbiamo una pressione più alta, nelle zone di Agrigento e Vercelli, dove la pressione fiscale arriva al 57,1%. Seguono Biella con il 56,9%, Roma con il 53,4% e Milano con il 51,3%. Stando a questi dati, dunque:
- a Bolzano l’impresa deve lavorare fino al 18 giugno per pagare le tasse;
- ad Agrigento, invece, è necessario lavorare fino al 30 luglio per poter pagare le imposte a debito. Una pressione fiscale, quindi, molto variegata tra le varie aree geografiche.
È POSSIBILE RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE DELLE IMPRESE DAL 20 AL 70%?
Per fortuna, però, anche se la pressione fiscale non può essere livellata tra le varie aree geografiche, può essere abbattuta sensibilmente. Tutto questo grazie all’attuazione di quella che comunemente viene chiamata pianificazione fiscale. Un processo, quello della pianificazione, finalizzato alla riduzione delle imposte dal 20 al 70% grazie all’applicazione e utilizzo sull’impresa di particolari strumenti vantaggiosi contributivamente e fiscalmente. Pensiamo, ad esempio, al marchio, alle royalties, ai rimborsi. Tutti strumenti in grado di farti risparmiare denaro in tasse. La pressione fiscale aumenterà nel 2023. Ciò comporterà un aumento del peso del Fisco e delle relative percentuali tra le diverse aree geografiche.
STRUMENTI PER RIDURRE LE TASSE
Non lasciare che il tuo business rimanga intrappolato dal Fisco e venga travolto da questa situazione. È tempo di agire, di mettere in atto strategie fiscali per alleggerire il peso delle imposte. Sfrutta il potenziale della pianificazione fiscale e affronta il futuro con fiducia. Gli strumenti per ridurre le tasse sono a tua disposizione, cogli l’opportunità di utilizzarli. Assicurati di farlo nel modo corretto per evitare problemi tributari. Perché non basta conoscerli, ciò che fa la differenza è saperli applicare in maniera corretta e soprattutto legale. Non procrastinare: prenota oggi stesso una consulenza fiscale!