Quando la legge è lontana dalla quotidianità del lavoro delle imprese
Attualmente tra le criticità più rilevanti che condizionano l’operatività delle aziende della distribuzione Horeca, vi è quella correlata alla tipologia di patente legittimata a essere utilizzata dai conducenti dei veicoli: la complessità e l’onerosità dell’accesso alla patente specialistica CQC, unita ai limiti di massa dei veicoli guidabili con patente B, rappresentano una vera e propria zavorra in capo agli imprenditori di settore. La questione è stata oggetto di un confronto molto articolato in occasione degli Stati Generali della filiera Horeca dello scorso 24 ottobre alla Camera, che ha visto il coinvolgimento di imprenditori, parlamentari ed esperti di settore.
I LIMITI DEL “BUONO PATENTI”
Quando nel 2021 venne introdotto, all’articolo 1, comma 5-bis, del decreto-legge 10 settembre 2021, n.121, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2021, n.156 recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, il “Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto”, attraverso cui si concedeva un buono ai giovani autisti, si accese un faro nel mondo della distribuzione su gomma perché, per la prima volta, si tentava di trovare una soluzione a un problema noto a imprenditori elavoratori quale quello dei costi consistenti per l’acquisizione di una patente specialistica. Nella sua originaria formulazione, il Programma avrebbe dovuto incentivare, come si legge anche nel decreto attuativo dello stesso, “la formazione di nuovi conducenti per il settore dell’autotrasporto mediante l’erogazione di benefici volti a coprire, in parte, i costi necessari al conseguimento dei titoli e delle abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati all’esercizio dell’attività di autotrasporto di persone e di merci”. Sicuramente un primo passo che, però, non è servito ad agevolare l’operatività delle nostre imprese.
PERCHÉ?
In uno scenario di complessità operativa per le aziende e di difficoltà nel reclutamento del personale, sarebbe stato auspicabile garantire la semplificazione delle procedure di accesso a qualifiche e requisiti per svolgere una specifica mansione. In particolare nel settore della distribuzione Horeca, che – come noto – negli ultimi anni ha registrato una crescente difficoltà a reclutare personale addetto al trasporto delle merci, in ragione, tra le altre cose, della complessità nel conseguire le patenti e le qualifiche di settore. Pertanto il buono patente, di cui in premessa, ha presentato dei limiti fin dalle prime battute, in primis per quanta riguarda il requisito dell’età, poiché ha lasciato fuori tutta una platea di lavoratori di settore, over 35 anni, che non hanno potuto, e non possono, accedere a un upgrade della patente, considerando che i costi per il suo conseguimento arrivano anche a 5mila euro. In secundis la misura, così come attualmente configurata, è prevista esclusivamente in favore dei cittadini che intendono accedere alle procedure di conseguimento della patente, ed esclude pertanto le aziende di settore che potrebbero eventualmente accedere a detta agevolazione al fine di sovvenzionare l’acquisizione della patente da parte dei propri dipendenti, rafforzando dunque le potenzialità di azienda e il rapporto tra datore di lavoro e dipendente.
QUESTIONE IRRISOLTA
La questione, oggetto di molteplici emendamenti in Parlamento, è parte integrante di una proposta di legge depositata lo scorso giugno alla Camera dei Deputati dall’On.Zucconi che all’articolo 4 dispone una revisione dell’originaria norma che ha introdotto il programma, estendendone la fruizione anche ai cittadini e alle imprese “operanti nei settori della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande e dell’autotrasporto di persone e di merci, ai fini del conseguimento della patente e delle abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati ai suddetti settori”, prevedendo nel contempo un incremento di 1 milione di euro dello stesso fondo al fine di ampliarne la portata applicativa. Le argomentazioni, pertanto, sono note al Governo, infatti si evidenzia che nel gennaio 2023, nell’ambito dell’esame del c.d. DL carburanti il Governo si è impegnato, attraverso l’accoglimento di un ordine del giorno, a “estendere le agevolazioni di materia di accesso alla CQC attualmente previste per gli under 35, anche alle aziende di distribuzione e agli over 35”, ma non ne sono conseguiti interventi di rettifica normativa in tal senso. Tra le altre cose, fa riflettere l’esiguità delle risorse messe a disposizione dal programma: dal 4 marzo 2024 era possibile richiedere il Bonus attraverso la piattaforma online messa a disposizione dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. In pochi giorni il plafond previsto dal decreto ministeriale attuativo, quale limite massimo di spesa, si è esaurito, a conferma del carattere limitato e circoscritto del beneficio, quindi non soltanto in termini formali ma anche sostanziali
PATENTE E MASSA TOTALE DEI MEZZI
Come più volte evidenziato anche in queste pagine, una significativa parte della distribuzione di prodotti alimentari e bevande nella filiera Horeca è effettuata con automezzi fino a 35 quintali di massa totale a terra complessivi, conducibili con patente B. Questo perché si registra, segnatamente negli ultimi anni, una difficoltà crescente nell’inserire, nell’ambito della distribuzione, automezzi superiori a 35 quintali conducibili con patente C, in ragione della palese complessità nel reclutare infatti, in merito all’incidentalità nei trasporti stradali desumibili dal Rapporto 2023 elaborato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel quinquennio 2018-2022, circa il 70% degli infortuni con mezzo di trasporto coinvolto, ha interessato veicoli leggeri per il trasporto merci o passeggeri (auto, furgoni, trattori senza rimorchio, ecc.). A ciò si aggiunge anche il fatto che il mercato stesso è cambiato, in ragione della propensione delle case automobilistiche a produrre automezzi sempre più pesanti, a seguito degli adeguamenti alle normative entrate in vigore progressivamente con il passaggio dai veicoli Euro 0 a quelli Euro 6. Inoltre, le stesse esigenze delle aziende di distribuzione si sono evolute in ragione della necessità di produrre carrozzerie multi-temperatura, con strutture sul mercato autisti con patenti C, e del fatto che l’ottenimento di questa licenza di guida comporta oneri significativi, arrivando a un costo di euro 5mila, e dei tempi di formazione e conseguimento non sempre celeri. Inoltre, il costo di un autista con patente C è molto più alto per un’azienda, in ragione della RAL spettante più alta, senza trascurare che il costo stesso dei veicoli, con massa superiore, risulta elevato rispetto a quello dei mezzi con massa inferiore e tale aspetto si configurerebbe come un ulteriore costo in capo alle aziende già vessate, aziende che, data la congiuntura poco favorevole, non sempre possono permettersi un incremento di tali oneri. L’automezzo di massa superiore, tra l’altro, è soggetto all’obbligo di cronotachigrafo e a quello di revisione annuale, rispetto al timing di revisione dei mezzi con massa complessiva di 35 quintali. A ciò si aggiunge l’onere derivante dai maggiori consumi correlati a un mezzo con massa superiore, con il conseguente paradosso che la disciplina attuale legittima maggiori costi in capo alle aziende, unitamente a un incremento delle emissioni di CO2, in totale controtendenza rispetto alla mission green del Governo.
LIMITI DI SICUREZZA E ADEGUAMENTI
A questi aspetti si aggiungono anche i limiti in termini di sicurezza sulle strade, che verrebbe sicuramente compromessa dalla necessità, da parte dello stesso veicolo, di effettuare più viaggi per rifornire gli esercizi e nel contempo tenere sotto controllo la massa, ai sensi della predetta disciplina, ne emerge dunque un quadro ancora più complesso: adeguate alle esigenze di refrigerazione che determinano un aumento del peso dell’allestimento. Pertanto, considerando che il codice della strada già prevede una deroga per quanto attiene la massa dei mezzi alimentati a metano ed elettrici, l’elevazione del limite di 50 quintali di portata massima complessiva a terra dei mezzi conducibili con patente B si configura come una soluzione legittimamente valutabile al fine di agevolare l’operatività del settore.
UNA POSSIBILE SOLUZIONE
Partendo da questi aspetti, nell’ambito dell’esame del provvedimento recante “interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada”, attualmente all’esame della Camera dei Deputati, Agrodipab e Rete Horeca hanno chiesto l’elevazione del limite della massa massima autorizzata per i veicoli idonei alla distribuzione da 3500 kg ad almeno 5000 kg (sul modello di quanto attuato in agosto con la modifica dell’articolo in titolo per quanto riguarda i veicoli alimentati con combustibili alternativi quali gnc, gpl, elettrici e a idrogeno). Questo per regolarizzare una prassi, potenzialmente oggetto di sanzione, in capo ai distributori che sono costretti ad utilizzare veicoli che in ragione del peso strutturale (coibentazione, celle frigo e motori annessi) superano il limite massimo sancito dalla norma. Pertanto, è stato chiesto di prevedere la stessa deroga, in termini di equazione tra patente B e peso del veicolo di guida, attualmente prevista per i veicoli green anche ai veicoli per la distribuzione di prodotti alimentari e di bevande. In questi giorni è stato presentato anche un ordine del giorno al provvedimento in materia di sicurezza stradale che impegna il Governo a prevedere “idonee e tempestive iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate – nell’ottica di una maggiore sicurezza della circolazione stradale – all’elevazione del limite della massa massima autorizzata da 3500 a 5000 kg dei veicoli senza rimorchio adibiti al trasporto di prodotti alimentari e bevande refrigerate – conducibili con patente B conseguita da almeno due anni – a condizione che la massa superiore a 3500 kg sia dovuta all’eccesso di massa determinato dal sistema di coibentazione termica, refrigerazione e correlati tecnici, annessi ai veicoli adibiti al trasporto”.
ARGOMENTAZIONI PRIORITARIE
Nell’attesa di comprendere gli esiti del predetto iter parlamentare, siamo ben consapevoli che talune osservazioni ministeriali rischiano di rallentare gli approfondimenti e soprattutto le auspicate rettifiche normative in sede parlamentare, e sappiamo anche che il cammino sarà lungo, ma per Agrodipab-Rete Horeca queste argomentazioni risultano prioritarie e continueranno ad essere oggetto di sollecitazioni e istanze presso le competenti sedi istituzionali.
UN’OTTIMA PREMESSA…
In vista dei futuri Stati generali della filiera Horeca 2024, di cui si daranno informazioni maggiori nelle prossime edizioni, l’auspicio è che vi siano le condizioni per un approfondimento pragmatico di questa materia su cui abbiamo registrato il parere favorevole di tutti i parlamentari interpellati. Un’ottima premessa per il lavoro che ci attende, ma sappiamo bene che per le rettifiche normative non bastano solo i pareri favorevoli.