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RIFLETTORI PUNTATI SULLA FILIERA HORECA

Nella foto in copertina: Riccardo Zucconi, onorevole

 

Nell’intervista all’onorevole Riccardo Zucconi, politico e imprenditore italiano, facciamo il punto sull’attuale situazione della filiera Horeca e sulle misure al vaglio delle istituzioni

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La distribuzione Horeca è sempre stato un settore “invisibile”, su cui l’attenzione del legislatore e delle istituzioni è mancata per anni, e di cui si è sentita l’assenza in particolare durante l’emergenza pandemica. Da parlamentare con significativa esperienza nell’Horeca a cosa attribuisce questo limite? Pensa che qualcosa stia cambiando?

Con l’arrivo della pandemia l’attenzione mediatica, e di conseguenza delle istituzioni, si catalizzò totalmente sui pubblici esercizi, come bar e ristoranti, in quanto fu la filiera che a primo impatto visse la drammaticità delle conseguenze relative alla chiusura. Questo ha impedito, però, di mantenere l’attenzione anche su tutto ciò che di importante esiste nel settore Horeca, come le aziende distributrici di prodotti alimentari e bevande che in Italia sono circa 4.000 e che coinvolgono oltre 50mila dipendenti. Insomma, stiamo parlando di un Mondo importante che, sebbene non goda – come ha detto lei – di grande visibilità, rappresenta un settore decisivo che stoicamente ha continuato a produrre e rifornire le varie attività nonostante il Covid.  In passato questo era un settore, che aveva sì delle difficoltà, ma che riusciva ad andare avanti senza quell’attenzione mediatica che invece merita. Ora con l’avvento della pandemia tutto è cambiato. Probabilmente l’aver svolto la professione di imprenditore turistico, e in particolare, nel mondo dei ristoranti, ha fatto sì che fossi uno dei primi a capire in Parlamento la tragicità che stava vivendo il settore della distribuzione: se si ferma lui l’intero mondo Horeca è in ginocchio.

È stato tra i primi a portare in Parlamento il tema dell’identità della filiera Horeca, proponendo una risoluzione in Commissione 10 con precisi impegni al Governo. Cosa proponeva? E a che punto è l’iter di quell’atto?

Sì, in qualità di Capogruppo di Fratelli d’Italia in X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo), a fine maggio scorso ho deciso di depositare una risoluzione per il settore della filiera Horeca, dove ho cercato di inquadrare le maggiori criticità che stava vivendo il comparto e che pensavo non fossero più procrastinabili. Purtroppo, ad oggi questa risoluzione giace in Commissione e il suo iter è fermo: non siamo ancora riusciti a farla calendarizzare dall’attuale maggioranza, ma questo non significa che molleremo la presa. La Risoluzione prevedeva diversi, ma precisi impegni al Governo, tra cui: attuare una revisione dei parametri di accesso al contributo a fondo perduto in favore degli operatori economici della distribuzione, tenendo conto dei costi fissi sostenuti dagli stessi; ripristinare la disciplina di emissione delle note di credito, volta a consentire il recupero dell’I-VA sui crediti non riscossi; agevolare l’accesso al credito delle PMI, anche valutando l’estensione della durata del rimborso dei finanziamenti garantiti; prorogare la moratoria delle misure di sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese colpite dall’epidemia di Covid-19 originariamente prevista dall’articolo 56 del c.d. Decreto Cura Italia, correlandola a un allungamento del piano di ammortamento che consentisse alle imprese di poter ripagare il debito connesso ai prestiti in tempi più lunghi favorendo in tal modo maggiore liquidità alle aziende e agevolando la ripresa economica; riconoscere alle aziende, operanti nel comparto della distribuzione dei prodotti alimentari e delle bevande, un credito di imposta pari a una percentuale del 30% dell’ammontare dei crediti pecuniari vantati nei confronti dei debitori inadempienti; istituire un credito d’imposta per le aziende della distribuzione del canale Horeca relativo alle spese sostenute per i bolli e le assicurazioni dei veicoli a uso aziendale per trasporto merci, nonché relativo alle quote contributive fisse degli agenti di commercio; riconoscere un credito di imposta in alternativa un contributo a fondo perduto pari almeno al 50% dell’ammontare delle perdite maturate nel 2020 per deperimento di prodotti alimentari e bevande non più venduti agli esercizi pubblici; prorogare le agevolazioni IRAP già previste dal DL rilancio anche per il periodo di imposta 2020 limitandole alle aziende che hanno un fatturato massimo di 50 milioni annui; riconoscere un credito di imposta per i canoni di locazione non abitativo anche per i mesi di giugno, ottobre, novembre e dicembre 2020; introdurre una riduzione degli oneri contributivi sui contratti in essere, gravanti sui datori di lavoro del settore della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande fortemente colpiti dalle conseguenze dell’emergenza epidemiologica da Covid-19; istituire un credito di imposta per i canoni dei software di amministrazione e assistenza per sistemi gestionali e informatici delle aziende della distribuzione del canale Horeca; prevedere una riduzione delle tariffe concernenti la tassa sui rifiuti di cui all’articolo 1 comma 639 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 in favore delle imprese operanti nel comparto della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande, in ragione dell’urgenza di alleviare l’onere in capo alle aziende rimodulando i criteri applicativi dell’imposta; ampliare la platea anche alle aziende della distribuzione del canale Horeca degli aventi diritto all’esenzione del pagamento della prima rata IMU 2021; unificare gli attuali e diversi strumenti incentivanti c.d. “Superbonus”, “Ecobonus”, “Sismabonus”, “Ristrutturazione edilizia”, “Conto termico”, “Certificati bianchi”, etc.  riguardanti il medesimo bene attraverso un unico strumento a disposizione delle imprese, prevedendone l’applicazione anche ai siti operativi delle imprese della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande; prevedere nell’ambito delle progettualità correlate al PNRR una partecipazione attiva e interagente con i rappresentanti del comparto, al fine di consentire realmente l’attuazione di quei programmi e quelle riforme insite nella mission europea e nella ratio stessa del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza; consentire che le risorse di cui al PNRR siano destinate anche alle progettualità di riconversione green e di sostenibilità energetica delle aziende del comparto.

Il caro carburante ha impattato pesantemente sul nostro settore sia in termini di disponibilità della merce, sia in termini di oneri di distribuzione, con un ricarico importante sul consumatore finale e conseguente contrazione del potere d’acquisto dello stesso. Al netto delle misure attualmente previste dai due provvedimenti di natura emergenziale al vaglio delle due Camere, quali iniziative si pensa di predisporre per calmierare gli oneri energetici sul lungo periodo, anche attraverso misure strutturali e non temporanee?

Come Fratelli d’Italia reputiamo del tutto insufficienti le misure messe in campo da questo Governo nel DL Energia e nel cosiddetto “Taglia Prezzi”, il primo in discussione alla Camera e il secondo al Senato. Anche le maggiori associazioni  di categoria hanno dichiarato inadeguate le misure varate da Draghi e la sua maggioranza. Non basta agire sulle accise e soprattutto solo per un mese. Gli interventi messi in campo devono essere strutturali, di ampio respiro e in grado di eliminare quante più tasse possibili e, in questo modo, abbattere in maniera netta il costo del carburante per imprese e privati.

L’aumento dei costi delle materie prime, del carburante e di luce e gas, unitamente a quelli per il packaging, sta impattando pesantemente su tutti i livelli filiera Horeca, dalla produzione alla somministrazione. I distributori hanno chiesto ai Ministri competenti l’attivazione di un tavolo di filiera per analizzare la contingenza e individuare soluzioni condivise attraverso lo scambio di informazioni tra i diversi attori anche attraverso la definizione di linee guida univoche riguardanti l’intera filiera. Cosa ne pensa? La ritiene un’ipotesi percorribile?

Sì, la trovo un’ottima idea perché in grado di concertare soluzioni e coordinare uno specifico piano da mettere in piedi per il bene dell’intero settore. In uno scenario già provato dalla pandemia e da due anni di emergenza, l’avvento della guerra non ha fatto altro che aggravare tanti problemi, tra cui quello dei prezzi delle materie prime, criticità derivata ovviamente dall’aumento in generale dei prodotti energetici. Con l’esasperazione del dramma ucraino, gli operatori Horeca e gli stessi consumatori italiani stanno incrementando la domanda di prodotti notoriamente a lunga conservazione, come quelli correlati alla lavorazione del grano e all’olio, ma questi prodotti cominciano a scarseggiare e le scorte dei produttori e fornitori cominciano a languire. A rischio sono produttori e distributori di prodotti alimentari che devono ancora fare i conti con una drammatica crisi di liquidità, (eredità dell’emergenza pandemica) considerando che il costo della poca materia prima disponibile è cresciuto oltre il 50%.

Lei stesso è intervenuto nell’ambito di molteplici provvedimenti chiedendo una proroga della moratoria Prestiti e mutui attualmente sospesa al 31.12.2021. Il Governo si è impegnato in più occasioni senza però attuare iniziative in tal senso. Ritiene che la moratoria possa essere riproposta come misura prioritaria per ridare ossigeno alle imprese in profonda crisi di liquidità? Quali sono attualmente gli impedimenti, tecnici e/o politici, all’attuazione di tale misure?

Sì, a più riprese ho cercato di intervenire normativamente chiedendo una moratoria dei prestiti e dei mutui attualmente sospesa al 31.12.2021, per ultimo nel Decreto Energia (AC. 3495) attualmente in discussione presso la Camera dei Deputati. Le imprese, che stanno cercando di rimanere in piedi dagli effetti economici nefasti derivanti dalla pandemia e dalle ondate di restrizioni imposte dal vecchio e attuale Governo, hanno un estremo bisogno di liquidità, di respirare e guardare al futuro con maggiore certezza. Non possiamo stringere il cappio al collo a queste aziende e far pagare loro una pandemia sulla quale non hanno nessuna colpa. Proprio per questo ho chiesto al Governo di estendere la moratoria ai prestiti e ai mutui in essere disciplinati dal c.d Decreto “Cura Italia” almeno fino al 30 giugno 2022, prevedendo ulteriormente che questa riguardi l’intero ammontare della quota del prestito/mutuo non limitando la stessa alla quota capitale. Nel contempo ho chiesto di accostare a questa proroga anche un allungamento del piano di ammortamento di un periodo non superiore a 5 anni che consenta alle imprese di poter ripagare il debito connesso ai prestiti in tempi maggiormente funzionali alle esigenze di riavvio e di reale ripresa economica. Speriamo che il Governo questa volta non faccia “orecchie da mercante”.

Di recente i distributori hanno portato in Parlamento i limiti legati al comparto della distribuzione su gomma non contemplata tra i settori, come quello dell’autotrasporto, destinatari dei benefici previsti dai recenti provvedimenti in materia energetica. Ritiene percorribile una graduale equiparazione, in termini normativi, dei due settori?

Anche questa penso sia una battaglia sacrosanta per il comparto della distribuzione. Anzi colgo l’occasione per annunciare che a breve presenterò una proposta di legge a riguardo affinché ci sia una svolta e una reale equiparazione.

Nell’ambito del decreto recante gli attuativi del PNRR lei è intervenuto alla Camera introducendo il principio della discriminazione all’interno della filiera Horeca. Ci spiega cos’è successo e su cosa si è impegnato il Governo?

Nel corso della discussione legata al decreto attuativo del PNRR, svoltasi alla Camera dei Deputati sul finire dell’anno scorso, mi resi conto come gli interventi legati al turismo non solo erano del tutto insufficienti economicamente per un comparto che da solo contribuiva nel periodo preCovid al 13% del PIL, ma erano anche parziali e frammentati in ragione dell’assenza dell’intero canale Horeca da molte misure previste. In particolar modo, nella componente “Turismo e cultura 4.0” si riconosce alle imprese del settore turistico, ricettivo e fieristico-congressuale un credito di imposta e un contributo a fondo perduto a fronte di specifiche spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione d’impresa. In più, si prevede l’istituzione nell’ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di una «Sezione Speciale Turismo» per la concessione di garanzie alle imprese alberghiere, alle strutture agrituristiche, alle strutture ricettive all’aria aperta, alle imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale. Infine, sono previsti anche contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale nel turismo. Pertanto, ho incalzato a riguardo la maggioranza riuscendo a vedermi approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a estendere tutti questi riconoscimenti previsti nel decreto attuativo del PNRR, legati al turismo, e precedentemente elencati, anche a tutte le imprese operanti nel settore dell’Horeca, ivi comprese quelle di distribuzione di prodotti alimentari e di bevande, al fine di far venir meno una frammentazione di un comparto e la presenza di benefici solo microsettoriali. Ora, dopo la parola, da parte del Governo aspettiamo però anche i fatti…

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