A CURA DI AGRODIPAB
Speranze, istanze e progetti per il futuro del comparto della distribuzione
In queste ore l’Italia intera è in fibrillazione in attesa che prenda forma la nuova compagine governativa su cui ricadrà la responsabilità di traghettare il Paese attraverso una delle congiunture economico-sociali e politiche più critiche della storia del secondo dopoguerra. Quasi tre anni di pandemia, a cui si associa un dramma geopolitico che da oltre 10 mesi attanaglia l’Europa e il mondo in una spirale inflazionistica con dei riverberi micro e macro economici che stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema economico-sociale nazionale e internazionale.
LO SCENARIO NEL CANALE HORECA
Il comparto della distribuzione alimentare per il canale Horeca si ritrova a ereditare una debolezza consolidatasi negli ultimi tre anni e dalla quale con fatica, all’inizio del 2022, cercava di affrancarsi: se nelle prime battute del 2022 le previsioni economiche si configuravano moderatamente positive nella prospettiva di recupero, rispetto alle compromissioni dei 24 mesi precedenti di impasse pandemica, la crisi militare e politica generata dalla guerra in Ucraina ha innescato un nuovo shock economico di ampiezza globale che si sta palesando in questi mesi in maniera violenta, segnatamente sul fronte della crescita inflazionistica e del rincaro energetico. Tali dinamiche, che hanno ridefinito lo scenario di operatività del tessuto imprenditoriale nazionale, hanno stravolto la programmazione di breve e medio periodo, segnatamente per quanto concerne la gestione dell’incremento dei costi dell’energia elettrica e di carburanti, delle materie prime e dei prodotti di importazione dalle aree di crisi, e che rischiano inevitabilmente di riverberarsi sul consumatore finale.
INTERVENTI URGENTI E NECESSARI
In questa prospettiva, le previsioni dei provvedimenti avvicendatisi negli ultimi mesi ed emanati dal precedente Governo, hanno avuto sicuramente l’ambizione di dare ossigeno al tessuto economico-produttivo nazionale con interventi però limitati e con misure tampone, che necessitano di essere rinnovate ciclicamente per poter garantire un efficacia di breve-medio periodo e in riferimento alle quali sarebbe stato prioritario anche operare una maggiore inclusività dei segmenti economici destinatari, al fine di esorcizzare frammentazioni e sperequazioni che rischiano di amplificare un disagio già fortemente diffuso. Ci troviamo dinanzi a una tragedia energetica senza precedenti, che vede l’incremento in taluni casi di oltre il 500% degli oneri energetici in capo alle aziende, nei confronti delle quali le misure di sostegno varate finora, sebbene potenziate nell’ultimo provvedimento, risultano essere ancora troppo timide: nei prossimi mesi assisteremo a una crescita esponenziale dei numeri relativi alle chiusure di imprese ed esercizi commerciali incapaci di far fronte a una crescita incontrollata dei rincari energetici e già drammaticamente esposte in termini di indebitamento nei precedenti 3 anni.
SPIRALE INFLAZIONISTICA
Senza trascurare i riverberi che tutto ciò sta avendo sul prezzo delle materie prime e sui prodotti finiti che amplificherà i tratti della spirale inflazionistica in atto, su cui incombe in maniera drammatica anche il violento deprezzamento dell’euro: le nostre aziende hanno l’obbligo di resistere, gestendolo, all’aumento esorbitante dei costi energetici e di resistere anche a una riduzione dei fatturati, segnatamente nei prossimi mesi, determinata non solo dalla chiusura degli esercizi Horeca, ma anche dalla riduzione del potere di acquisto dei consumatori in ragione dell’inflazione galoppante.
VORTICE SPECULATIVO
Appare evidente che il dramma al momento registrato dalle nostre aziende, che si colloca ben oltre i limiti di comparto, si inserisce anche nel vortice speculativo che sta dominando i rincari e sulla quasi totale assenza di misure deterrenti e di monitoraggio in capo all’autorità pubblica: pertanto alle misure compensative e di semplificazione che si intende prevedere, sarebbe auspicabile accostare interventi tesi a rafforzare le iniziative di sorveglianza e monitoraggio, unitamente ai poteri sanzionatori delle Autorità indipendenti e del Garante per la sorveglianza dei prezzi, oltre a un rafforzamento delle attività in capo agli enti territoriali preposti al fine di massimizzare il monitoraggio delle azioni commerciali ed esorcizzare l’attuarsi di fenomeni speculativi.
LE MISURE DECISIVE DEL GOVERNO
Alla luce di quanto esposto, appare prioritario che nelle prossime azioni che il nuovo Governo dovrà intraprendere vi sia la salvaguardia della liquidità delle imprese italiane, attraverso il rinnovo della moratoria ex lege sui finanziamenti contratti, già prevista nella fase acuta della crisi pandemica. Intervenendo anche con un piano di rinegoziazione delle rate dei finanziamenti agevolati richiesti per far fronte alle emergenze pregresse e prima che il nuovo shock economico andasse ad amplificare le criticità già sussistenti. Soltanto un intervento di tale natura potrebbe garantire una boccata di ossigeno al tessuto economico-imprenditoriale nazionale. Il nuovo Governo dovrà avere anche l’ambizione di superare la logica dei “compartimenti stagni” su cui si sono imperniate molte delle iniziative del suo predecessore: la tutela di taluni comparti abbinata all’assenza di interventi per altri, malgrado la assoluta ed evidente assimilabilità degli stessi (come nel caso dell’Autotrasporto da sempre differenziato dalla distribuzione su gomma) rappresentano un limite a cui guardare con attenzione, poiché figlio di tempi remoti dove la differenziazione operativa sussisteva e che al momento risulta totalmente inesistente. Le mutate modalità di consegna, l’innalzamento dei costi energetici, le difficoltà di accesso in alcune aree del Paese hanno criticizzato l’operatività dei distributori Horeca imponendo un’omologazione, in termini di spettanze e benefici, con il settore dell’autotrasporto.
PIANO DI TRANSIZIONE
Il nuovo Governo dovrà dare rinnovato impulso al piano Transizione 4.0 attraverso il quale attuare un’azione industriale del tutto automatizzata e interconnessa, attraverso il supporto e l’incentivazione delle imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi: consapevoli che attraverso una rivoluzione digitale si possa individuare la chiave di accesso per il rilancio delle nostre imprese. Dovrà ulteriormente rientrare tra le priorità un intervento urgente sul cuneo fiscale a favore di imprese e dipendenti, al fine di operare un ridimensionamento della pressione fiscale sulle retribuzioni che rappresenta un impegno inderogabile in questa fase storica per controbilanciare la spirale inflazionistica e tutelare il potere di acquisto dei lavoratori.
SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE
In uno scenario di complessità operativa per le aziende e di difficoltà nel reclutamento del personale, è imprescindibile l’orientamento a semplificare le procedure di accesso a qualifiche e requisiti per svolgere una specifica mansione. In particolare, tra i settori più colpiti vi è quello della distribuzione per il canale Horeca, che al momento registra una penuria di personale addetto al trasporto delle merci, in ragione della complessità nel conseguire le patenti e le qualifiche di settore. Su questo fronte appare inderogabile, da un lato, facilitare e agevolare il conseguimento di abilitazioni per conducenti che trasportano merci e, dall’altro, rivedere l’equazione attualmente sussistente tra tonnellaggio di merci trasportate e abilitazione correlata.
IMPROROGABILI PRIORITÀ
La priorità è una gestione consapevole dell’emergenza che non si limiti a un’azione frammentata, che alimenta instabilità e insicurezza, ma che sappia guardare oltre il breve periodo: le dinamiche nazionali e globali impongono scelte immediate e priorità che mirino a gestire in primis il caro energia e a salvaguardare le sorti del tessuto imprenditoriale nazionale. Riponiamo piena fiducia in questo Governo con il quale la priorità sarà un dialogo costruttivo.