Nicola Bressan titolare di Italian Food Trading
Esperienza, ricerca della qualità e voglia di mettersi in gioco sono le carte vincenti di un’azienda di distribuzione leader nel mercato alimentare
di Lorena Tedesco
L’azienda di distribuzione veronese Italian Food Trading si occupa dell’Import-Export di prodotti alimentari in Italia e all’estero. In particolare, provvede a selezionare ed esportare in tutta Europa e nel mondo prodotti food di qualità elevata che nascono dalla collaborazione con partner leader nel settore e che sono destinati al settore della ristorazione. L’azienda è stata fondata da Nicola Bressan, attuale titolare ed esperto chef, con competenze nell’ambito dell’import ed export di prodotti alimentari.
ORIGINI E STRUTTURA
«Ho fondato la società nel giugno del 2003 con una socia che aveva esperienza nel settore della distribuzione di prodotti alimentari nel canale Horeca. Date le mie esperienze all’estero presso un’azienda che faceva import di prodotti made in Italy, Italian Food Trading è stata da subito in grado di rispondere alla richiesta del mercato estero per ricevere i prodotti food. Tant’è vero che l’anno scorso abbiamo raggiunto un fatturato di 10 milioni di euro, di cui il 50% fatto all’estero e l’altro 50% nel mercato locale, ossia Verona e province limitrofe. Il nostro staff è composto da 15 commerciali, di cui 10 per il mercato locale: riforniamo, infatti, circa 400 ristoranti nella suddetta area; altri 4 commerciali, poi, si occupano dell’export, in particolare, per il 90%, l’Unione europea, soprattutto i Paesi Nordici, e disponiamo di una sessantina di grossisti tramite cui esportiamo».
In quali comparti operate?
«L’azienda è specializzata nel settore Horeca, quindi ristorazione pura, non fa grande distribuzione, né retail. La scelta deriva dal fatto che essendo io reduce da una formazione prima all’Istituto alberghiero e poi, fino ai 23 anni, come cuoco, e avendo la maggior parte dei commerciali che provengono dal settore della cucina, riteniamo che l’essere stati operatori anche all’interno del ristorante si possa tradurre in un piccolo vantaggio, ossia la capacità di poter consigliare, o di saper selezionare il prodotto migliore ai fini di produrre un grado più alto di soddisfazione».
Che impatto ha avuto il Covid sulla vostra azienda?
«L’azienda è attualmente composta da 35 collaboratori diretti e prima del Covid raggiungevamo un fatturato di circa 15 milioni di euro. L’avvento del Covid ci ha offerto l’opportunità di fare un po’ di “pulizia” di quei clienti per i quali non riuscivamo a raggiungere determinati fatturati, o che presentavano delle problematiche nei pagamenti. Quindi, per assurdo, oggi facciamo meno ma abbiamo rafforzato molto l’azienda, tanto che abbiamo deciso di investire in nuovi commerciali. Quest’anno comunque i numeri sono in crescita, come in tutto il settore».
Per quanto riguarda il mercato, qual è stato l’andamento negli ultimi anni e in rapporto al 2019?
«Rispetto al 2019, abbiamo recuperato molto in termini di volumi e valori, ma non abbiamo raggiunto il segno più proprio perché abbiamo preso la strada di razionalizzare. La nostra azienda opera, infatti, in 3 settori: in Italia, per il mercato locale, all’estero e poi con la distribuzione, in esclusiva, di un olio che arriva dall’America. Per questo abbiamo dovuto imparare a razionalizzare per poter gestire bene tutto, ad esempio assumendo dei commerciali che provengono dalla ristorazione e che quindi riescono ad arrivare più velocemente a determinati risultati. Stessa cosa vale per i clienti: ne avevamo circa 580 e 5 commerciali in più, ma poi, come già detto, abbiamo deciso di fare una selezione, anche in base alla solvibilità».
Quali sono i vostri clienti principali?
«Noi serviamo prevalentemente ristoranti e pizzerie, che rappresentano il 90% della nostra clientela, mentre gli hotel ricoprono solo il 5%. Oggi possiamo dire che i termini di pagamento sono un po’ più regolari e avvengono nei tempi stabiliti, invece nel periodo del Covid i pagamenti anziché a 60 giorni avvenivano a 80/85 giorni e molti ne approfittavano, per questo siamo stati costretti a fare delle scelte… Purtroppo dobbiamo fare tanta prevenzione e appena si apre un nuovo accordo facciamo opportune ricerche per valutare se prendere o meno quel dato cliente. Il Covid purtroppo (e per fortuna) ci ha resi molto “drastici” e questo ha aiutato l’azienda in termini di numeri; tant’è vero che se prima la perdita era nell’ordine dello 0,8% oggi siamo arrivati allo 0,01%, anche grazie ai clienti eliminati che rappresentavano dei costi per l’azienda per via della loro gestione».
Quali prodotti avete in portafoglio?
«Abbiamo la fortuna di operare in 3 settori, di cui il secondo è l’Estero, che presenta una quota stabile fin dal 2005 e non dà nessun problema; poi, con il nostro olio che vendiamo in esclusiva per l’Italia, generiamo dei risparmi notevoli, infatti chi è abituato a spendere 100mila euro per l’olio con noi ne spende 50mila. È da 12 anni che lo vendiamo e fino all’anno scorso era uno dei tanti nostri prodotti; in seguito, però, visto l’aumento della richiesta, abbiamo deciso di investire in due figure dedicate esclusivamente alla sua vendita in giro per l’Italia, da nord a sud. Abbiamo altri prodotti in magazzino che spaziano nelle categorie Gelo e Fresco. Cerchiamo di coprire una gamma di prodotti: prima di razionalizzare la clientela ne avevamo circa 3500 e ne movimentavamo 1700, oggi ne abbiamo 2000 a listino e ne movimentiamo più di mille. La selezione ci ha portati a essere più efficienti negli acquisti e ad avere risultati importanti. Ed è stato il Covid a darci il coraggio di fare certe scelte, perché è proprio nel momento di difficoltà che le persone, collaboratori, dipendenti, clienti e fornitori, hanno dovuto abbassare la maschera e noi abbiamo potuto vedere chi avevamo realmente di fronte. Per questo, nonostante tutti i problemi che ci ha creato, per noi il Covid ha rappresentato anche un’opportunità. E ora ne stiamo raccogliendo i frutti. Voglio però concludere ribadendo che il nostro successo è merito della preziosa collaborazione dei nostri agenti, tra cui il commerciale senior per l’estero Lukas e junior Elena e Guglielmo; stessa cosa vale per i commerciali Horeca Italia Mauro, Doriano, Federico, Davide, Nicola, Michele e Aldo. Inoltre, un riconoscimento va a chi opera nel settore oli di frittura, cioè Giuseppe, Gabriele, Aniello e Michele».
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CHECK AZIENDA
Italian Food Trading srl è associata a CIC Cooperativa Italiana Catering