UPGRADE PER LA RIPRESA

Continua il percorso di sostegno alle PMI attraverso il progetto di revisione del sistema degli incentivi alle imprese

Nell’intervista che segue l’onorevole Mauro Antonio Donato Laus, Membro della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, già senatore nel corso della XVIII legislatura e interlocutore attivo del comparto della distribuzione Horeca, illustra le misure attualmente al vaglio per sostenere le PMI e le proposte avanzate per superare la crisi.

Durante la scorsa legislatura è stato tra i primi parlamentari a sostenere le istanze di AGroDiPAB-Rete HORECA, depositando emendamenti e formulando atti parlamentari a sostegno delle legittime proposte di migliaia di imprese e lavoratori del settore. Un settore praticamente dimenticato, schiacciato per anni sotto il peso della più “famosa” GDO con la quale poco aveva da condividere segnatamente in fase pandemica. In quel periodo lo scenario politico, economico e sociale, per quanto complesso, si presentava ben diverso da quello attuale, se non altro in ragione dei ricorrenti provvedimenti legislativi varati dal Governo per sostenere l’impresa e tamponare i danni derivanti – all’epoca – dalla crisi pandemica. Cosa pensa dello scenario attuale e delle misure finora varate dal Governo per sostenere le PMI?

Questo Governo non sembra aver fatto interventi significativi su questo fronte. Infatti, i riverberi di quanto disposto, a cadenza quasi mensile, dal precedente Governo continuano a farsi sentire nel tessuto imprenditoriale nazionale. Non dimentichiamo che la Legge di Bilancio per il 2023 ha confermato interventi, contributi e agevolazioni per l’imprenditoria già previsti dal Governo precedente. Attendiamo ora di capire se vi sarà un upgrade in questo percorso di sostegno alle PMI attraverso il progetto di revisione del sistema degli incentivi alle imprese annunciato dal Governo che dovrebe arrivare in uno dei prossimi CDM. Contiamo su un dialogo costruttivo con le opposizioni che finora è risultato piuttosto carente.

Stando a quanto riportato da alcuni giornali, l’Italia risulta il secondo Paese in Europa ad aver investito maggiori risorse per supportare famiglie e imprese per far fronte all’incremento dei costi dell’energia, in ultimo con la Legge di Bilancio per il 2023 che ha previsto specifiche agevolazioni segnatamente sul fronte dell’investimento in fonti rinnovabili. Nelle scorse settimane il Ministro Giorgetti ha però evidenziato che le misure verranno prorogate, ma in “un’altra forma” entro aprile. È verosimile che il Governo valuti un alleggerimento delle misure varate finora poiché ritiene superata la fase propriamente emergenziale del caro-energia?

Sicuramente lo scenario relativo ai costi energetici è in evoluzione ma non si può considerare superata l’emergenza, motivo per cui la proposta di Giorgetti di rimettere mano alle misure deve essere oggetto di costante monitoraggio. Rivedere in una logica più performante gli incentivi potrebbe essere una soluzione di interesse, soprattutto se si punta a premiare i comportamenti virtuosi e la massimizzazione del risparmio energetico.

Negli ultimi mesi le disposizioni varate per la mitigazione dei costi per l’accesso al carburante hanno amplificato la sperequazione già sussistente tra imprese operanti nel settore della distribuzione, in ragione degli incentivi orientati al settore dell’ autotrasporto, con l’esclusione dei distributori su gomma. Il carattere circoscritto di tali misure ha amplificato la divaricazione in termini di attenzione e riconoscimenti, sussistente tra imprese operanti nel trasporto di merci su strada che in uno scenario emergenziale come quello in atto dovrebbe essere assolutamente esorcizzata. Come realtà abbiamo proposto la equiparazione tra comparto della distribuzione e quello dell’autotrasporto per quanto riguarda la disciplina del rimborso delle accise del gasolio commerciale, attualmente limitata esclusivamente a talune fattispecie di trasportatori e per attività di trasporto di merci con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate. Qual è la sua riflessione a riguardo?

Ritengo che già nelle disposizioni previste dal Governo Draghi si sia ragionato per compartimenti stagni senza tener conto di settori “limbo” che pur non afferendo ad uno specifico comparto, destinatario di misure di garanzia, meritavano comunque di essere oggetto di adeguati approfondimenti nelle sedi competenti. Il caso della distribuzione su gomma, come quella dell’Horeca, non contemplata nei parametri operativi dell’autotrasporto resta un caso emblematico. Mi sono fatto portavoce di alcune proposte emendative, anche nel recente dl carburanti su cui la Camera nei giorni scorsi ha posto la fiducia, che mirano proprio a superare la descritta sperequazione e ad estendere quanto previsto per gli autotrasportatori, in primis il rimborso delle accise sul carburante commerciale, anche ai distributori Horeca. Purtroppo il citato decreto, sebbene poteva rappresentare un’occasione preziosa per intervenire su queste materie, è apparso subito il solito buco nell’acqua considerando che il Governo ha bloccato ogni ipotesi di confronto, con la sua stessa maggioranza, non sfiorando nemmeno l’ipotesi di intaccare l’iva e le accise sui carburanti, diversamente da quanto annunciato in campagna elettorale. Lasciando praticamente inalterato lo status quo con immaginabili ripercussioni sulla tenuta economica di cittadini e aziende.

Per l’anno 2022 è stato riconosciuto al settore dell’autotrasporto un credito di imposta pari al 15 per cento del costo di acquisto del componente AdBlue necessario per la trazione dei mezzi, il cui costo risulta essere raddoppiato negli ultimi mesi. Purtroppo da questa agevolazione è stato escluso il comparto della distribuzione che non rientra nella fattispecie di autotrasporto. Un suo emendamento al c.d. dl carburante, che raccoglie una nostra istanza, proroga la medesima agevolazione, estendendola però al nostro comparto. Per le medesime ragioni lo stesso emendamento proponeva la riduzione dell’aliquota Iva dal 22% al 5%, al fine di contenerne i costi in capo alle imprese, in un momento complesso, e nel contempo armonizzare la disciplina di rimodulazione temporanea delle aliquote iva. Ritiene ci siano le condizioni per l’accoglimento di questa ipotesi emendativa?

Come evidenziato in premessa, il dl Carburanti è stata l’ennesima occasione persa di questo Governo che non mantiene la parola data sugli argomenti preminenti della campagna elettorale. L’equiparazione tra autotrasporto e distribuzione ho.re.ca anche sul versante dell’accesso agevolato all’acquisto della componente adblue, rappresenta un punto su cui mi sono attivato fin dalla precedente legislatura ma che avrò cura di portare avanti nei prossimi mesi anche rimettendo, con apposito atto parlamentare, la questione alla competente commissione Trasporti della Camera.

La nostra realtà da mesi segnala l’urgenza di semplificare le procedure di accesso alle qualifiche e ai requisiti per svolgere la mansione di autista di furgoni per la distribuzione di settore. Infatti, tra i settori più colpiti, vi è quello della distribuzione di prodotti alimentari e bevande per il canale Horeca, che al momento registra una penuria di personale addetto al trasporto delle merci, in ragione della complessità, dei tempi e dei costi insostenibili richiesti per il conseguimento delle qualifiche. Malgrado all’articolo 1 comma 5-bis del decreto-legge 10 settembre 2021, n.121, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2021, n.156, sia stato introdotto il bonus patente destinato ai lavoratori under 35, che intendano conseguire la patente e l’abilitazione alla guida professionale (CQC) accedendo a un rimborso spese, questo non è riconosciuto agli over 35 anni e nemmeno alle aziende che eventualmente vorrebbero farsi carico delle spese per consentire il conseguimento della qualifica ai propri autisti. Ritiene che, alla luce dell’esigenza di agevolare anche l’occupazione dei meno giovani, vi siano le condizioni per rivedere la disciplina in materia di bonus patente al fine di prevederne un ampliamento dei termini applicativi?

Ritengo che i tempi siano maturi segnatamente all’indomani degli interventi di rimodulazione dell’accesso al c.d. reddito di cittadinanza che incrementa inevitabilmente il numero di potenziali lavoratori disponibili sul mercato, molti dei quali over 35 anni, che potrebbero essere agevolati nel conseguimento di qualifiche professionali come le patenti C e CQC e che dunque potrebbero trovare una collocazione lavorativa in maniera più semplice venendo incontro, nel contempo, alla crescente domanda di professionalità specializzate proveniente da comparti specifici come quello della distribuzione Horeca. Questo tema è stato oggetto di diversi miei interventi anche negli ultimi provvedimenti in materia di sostegni alle imprese varati dal precedente governo, ma ritengo che attualmente lo scenario socio-economico e politico possa essere pronto a recepire questa rettifica normativa.

La ripresa economica del settore è indubbia e gli incrementi di fatturato negli ultimi mesi sono ritornati quelli del 2019, nonostante questo molte imprese sono uscite vistosamente provate dalla ormai triennale morsa pandemica su cui si incardinano i riverberi di una crisi economico-sociale senza precedenti con una spirale inflativa preoccupante. Il problema resta quello della mancata liquidità e della non efficacia o limitatezza degli strumenti di sostegno al credito varati dal Governo nei mesi passati. Ritiene possa essere percorribile un’ipotesi di rinnovata garanzia dello stato sui prestiti, una riproposizione di strumenti di sostegno sul modello di quanto di recente previsto per le imprese edili?

L’emergenza pandemica del 2020 con i suoi strascichi economici, in combinato disposto con i riverberi che l’attuale crisi energetica e commerciale sta determinando a seguito della guerra in Ucraina sono da considerarsi eventi emergenziali senza precedenti, almeno nella storia recente, e dunque meritevoli di un approccio straordinario da parte del Governo che non si limiti a interventi spot, ma che sappia andare oltre mettendo le imprese nella condizione di rimettersi pienamente in carreggiata. Quanto attuatosi in queste ore con appositi provvedimenti a sostegno del settore edilizio interviene su una crisi di settore specifica che merita un’attenzione particolareggiata in ragione dei postumi determinatisi dalla mutata normativa in materia di bonus edilizi. Ma in generale un sostegno alla liquidità d’impresa, nel senso di un rinnovo delle garanzie statali sui prestiti, almeno su un tratto temporale breve, dovrebbe rappresentare il giusto corollario agli incentivi alle imprese in una fase di crisi energetica come questa.

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