Nella foto di copertina: Alfredo Pratolongo, presidente AssoBirra
Dopo i successi dello scorso anno, AssoBirra continua il dialogo con Unionbirrai e Coldiretti in favore della diminuzione delle accise. Tra i programmi, anche un preciso impegno per combattere le posizioni UE sulla pericolosità degli alcolici
di Giuliana Valcavi
Il settore birrario ha alcune importanti sfide da affrontare, dalle accise alle politiche restrittive dell’Europa. Teniamo conto che con i suoi 9 miliardi e mezzo di euro nel 2019, questo settore non ha ancora recuperato quanto perso in pandemia. Ne abbiamo parlato con Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra.
Il tema caldo dei rincari: cosa ha fatto e cosa faranno le aziende del settore per contenere i prezzi e non penalizzare i consumi in ripresa? Cosa possiamo aspettarci?
Il settore birrario ha fatto tantissimo durante la pandemia per assorbire i rincari. Successivamente, il rincaro delle materie prime causato dalla ripresa e dall’aumento massiccio della domanda e adesso dalla guerra vede il comparto fare il possibile per assorbire i costi, ma i margini sono molto risicati. Non si tratta solo di rincaro delle materie prime per produrre la birra, ma anche dell’energia per produrla, stoccarla e trasportarla, tutta la filiera birraria è compattata da questi aumenti. Quindi, c’è forte preoccupazione in tutto il comparto. Inoltre, a fine anno aumenteranno le accise. L’aumento della tassazione durante una forte crisi è la cosa più anacronistica che possa avvenire. Il settore birrario ha dimostrato di generare ricchezza per il Paese e quindi chiede che venga resa strutturale la diminuzione di 5 centesimi delle accise accordata a fine 2021 per il 2022, la più importante degli ultimi anni. La birra peraltro è l’unica bevanda da pasto (l’80% viene bevuta a pasto) a essere gravata da accise. Andremo avanti per ottenere la riduzione strutturale delle accise e rendere permanente il vantaggio per i birrifici sotto i 60mila ettolitri.
A proposito di accise. Le richieste fatte a fine anno in sede parlamentare hanno prodotto buoni risultati anche grazie a un lavoro di squadra con Unionbirrai e Coldiretti. Questa unione di intenti è destinata a riproporsi?
AssoBirra nel 2021 ha portato avanti un’operazione di avvicinamento alle altre organizzazioni del comparto birrario e insieme abbiamo ragionato su come affrontare questo tema che da anni ci affligge. Il risultato è stato positivo. Abbiamo avuto una visione unica e dalla parte delle istituzioni c’è stata una chiara comprensione della situazione. Questo probabilmente è una deriva positiva della pandemia, che ci ha aiutato a lavorare di più insieme. Oggi i risultati si ottengono con una coesione che si confronta con tutto l’arco politico.
Recentemente avete tamponato una regolamentazione europea tesa a penalizzare i prodotti alcolici con un’indicazione di pericolosità tout court. Come lavorerete per rendere permanente il risultato ottenuto?
Una regolamentazione eccessiva non è coerente con la cultura di moderazione del Paese, che ne fa un esempio a livello europeo di consumo responsabile perché noi consumiamo meno alcolici di altri Paesi, noi siamo bevitori più in termini qualitativi che quantitativi. Oltretutto, la birra ha un contenuto di alcol più moderato di altri prodotti. Dovremo lavorare, anche insieme ad altri comparti, raccontando la qualità, la varietà e la capacità di generare valore aggiunto del settore.