Il rallentamento dei primi mesi 2024 non preoccupa gli analisti. Cresce il ruolo dei distributori Horeca
a cura di David Dabiankov Lorini
La tradizione delle bibite rinfrescanti è una delle più longeve e innovative nell’ambito del beverage ed è portata avanti dalle numerose aziende che, in tutto il paese, producono quelle bevande da gustare in momenti di socialità e di relax, grazie alla distribuzione capillare che avviene anche attraverso la filiera Horeca.
Gli albori
Il settore, nato agli inizi del ‘900, si è sviluppato nel secondo dopoguerra quando il boom economico e i cambiamenti socioculturali hanno trasformato sia la produzione, come nel caso delle imprese a conduzione familiare che si fanno strada nella grande distribuzione, sia i consumi che invitano le persone a gustare le bevande nei chioschi, nei bar o acquistarle nei supermercati e nei distributori automatici, divenendo un elemento importante per il canale Horeca.
STORIE ITALIANE
Alcune di queste bevande hanno alle spalle oltre un secolo di storia: basti pensare a spuma, cedrata, gassosa, chinotto, limonata e aranciata, nate dal sapere e dalle doti artigianali e imprenditoriali italiane, e che si sono evolute anche grazie alla capacità di unire tradizione e innovazione, insieme all’utilizzo di diversi ingredienti e ricette per favorire sempre nuove proposte. Accanto alla tradizione, si sviluppa anche la produzione e la vendita da parte delle aziende multinazionali, che si sono radicate nel tessuto industriale italiano già a partire dai primi decenni del Novecento avvalendosi delle materie prime italiane per immettere sul mercato bevande conosciute e amate a livello globale.
Valore economico e sociale
La produzione delle bevande analcoliche rappresenta un fiore all’occhiello dell’industria italiana che genera un importante valore economico e sociale. La longevità di alcune aziende, infatti, ha assicurato un legame con il territorio di appartenenza, con ricadute positive in termini di impiego, investimenti, progetti sociali e ambientali e ha permesso di mantenere vive alcune tradizioni legate alla terra, come la coltivazione degli agrumi (arancia, limone, bergamotto, cedro etc.) e l’utilizzo di ingredienti tipici come anice, estratti naturali di rosmarino e di fiori di sambuco, infusi naturali di bacche di mirto selvatico, alloro lucano, succo di fico d’India, peperoncino calabrese, estratto di melangolo di Puglia, genziana delle Alpi e l’assenzio maggiore piemontese.
Mercato internazionale
Le aziende del settore hanno saputo tramandare le tradizioni legate agli ingredienti e al territorio, con una spinta verso l’innovazione e la modernizzazione che ha permesso di esportare i propri prodotti e far conoscere la qualità e il gusto made in Italy delle bevande. La produzione italiana, infatti, è particolarmente apprezzata all’estero, come dimostrano le crescenti attività di export in tutti i continenti, in particolare verso Stati Uniti, Canada, Giappone, Emirati Arabi, UK, e molti paesi europei (Francia, Germania, Svezia etc.).
Come viene percepito dai consumatori il rapporto tra bevande analcoliche e made in Italy?
- Per il 78% dei consumatori, le bevande analcoliche che usano ingredienti di origine locale sono espressione del made in Italy.
- Per l’82% dei consumatori, l’utilizzo di prodotti e ingredienti tipici e la loro promozione danno una spinta alla valorizzazione del territorio e del made in Italy.