Le Manzane, nuove esperienze in vigna e cantina
Tra le colline di Conegliano Valdobbiadene, “patria” del vino italiano più consumato al mondo, la famiglia Balbinot amplia la sua produzione con nuove referenze e apre all’enoturismo con esperienze in vigna e in cantina. Nuove vedute nella terra del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg per soddisfare da un lato le richieste del mercato d’oltreoceano e dall’altro anticipare le scelte dei consumatori. L’azienda, infatti, ha da poco piantumato circa 3 ettari di proprietà con barbatelle di Incrocio Manzoni o Manzoni Bianco e di Merlot. Inoltre ha stipulato un accordo di locazione di lungo periodo per 12,5 ettari di Pinot Grigio Doc Delle Venezie.
EVOLUZIONE DELL’INCROCIO MANZONI: DAL LEGNO ALLA BOTTIGLIA
«L’Incrocio Manzoni – spiega Ernesto Balbinot, titolare della Società Agricola Le Manzane – è un’uva autoctona a cui sono particolarmente legato e che già, in piccole quantità, produciamo nella versione classica con affinamento in acciaio, ma che a mio parere si presta bene anche a essere affinata in legno o altri recipienti. Stiamo, infatti, provando affinamenti in tonneaux di diversa tipologia e in serbatoi di cemento a forma di uovo per capire l’evoluzione del prodotto nel tempo. Abbiamo presentato finalmente, a fine 2023, le prime 2 mila bottiglie di Incrocio Manzoni ottenuto da uve fermentate ed affinate in legno, un vino bianco non filtrato che abbiamo chiamato Sabbiato. Questo vino sarà affiancato da un Merlot che in questo momento sta riposando in legno». «La scelta di coltivare anche il Pinot Grigio – continua Balbinot – ha più sfaccettature. Innanzitutto il Pinot Grigio Doc delle Venezie è un prodotto molto importante nei mercati d’oltreoceano come l’America del Nord dove la cantina non è presente, mercati che si vorrebbero penetrare; inoltre la Doc delle Venezie Pinot Grigio, in anni così difficili, è riuscita a mantenere un trend positivo con quasi 5 milioni di bottiglie vendute in più nel 2023, una crescita che fa ben sperare nel futuro. Altro aspetto da non sottovalutare è il periodo di maturazione dei grappoli che permette vinificazioni non concomitanti all’uva Glera».