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CAPACITÀ ADATTIVA E FLESSIBILITÀ

Una competenza trasversale dalle notevoli potenzialità

Nell’ultimo articolo abbiamo definito la propensione all’apprendimento e delineato un possibile percorso da seguire per potenziare questa abilità. La capacità di cercare e trovare costantemente nuove opportunità di miglioramento e conoscenza è infatti una competenza chiave per confrontarsi con il contesto dinamico e in costante evoluzione nel quale ci troviamo. Per proseguire in questa direzione, approfondiamo in questo articolo un’altra competenza sicuramente utile per muoversi nell’odierna complessità, senza essere sopraffatti dalla sua rapidità: parliamo di capacità adattiva e flessibilità.

 

UNA SOFT SKILL FONDAMENTALE

Secondo il modello di competenze disegnato da Aegis Human Consulting Group, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, possiamo definire questa soft skill come la capacità di essere flessibili da un punto di vista sia mentale sia comportamentale, sapendosi rapportare a differenti contesti mutevoli. Questo significa essere in grado di comprendere quando è necessario cambiare i propri piani d’azione e il proprio comportamento per raggiungere un obiettivo, ma anche sapere gestire progetti in contesti incerti e reagire positivamente di fronte a eventi inaspettati. Queste ultime due caratteristiche della “capacità adattiva e flessibilità” possono essere sicuramente associate al concetto di resilienza, molto presente ormai anche all’interno dei confronti e delle riflessioni che quotidianamente emergono negli ambienti professionali e non. Parlando di resilienza, facciamo qui riferimento alla caratteristica di saper affrontare in maniera costruttiva eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare la propria vita a fronte di ostacoli o difficoltà.

 

NUOVO MODELLO DI INTERPRETAZIONE

L’associazione con questo concetto rende la capacità di cui parliamo un tema ancora più attuale. L’autore e futurista Jamais Cascio, nella sua pubblicazione “Facing the age of chaos” (2020) ha proposto un nuovo modello di interpretazione del mondo in cui viviamo utilizzando l’acronimo BANI (Brittle, Anxious, Nonlinear, Incomprehensible). Secondo l’autore, la realtà in cui ci troviamo è caratterizzata da situazioni tendenzialmente fragili, ansiogene, non lineari e incomprensibili, che possono essere però affrontate mettendo in campo diverse soft skills. Vediamo qui di seguito le competenze più funzionali per ogni caratteristica descritta nel modello:

 

_ Brittle: per fare fronte alla fragilità del contesto, il quale potrebbe crollare improvvisamente, è necessario sviluppare la capacità di adattamento.

_ Anxious: l’incertezza del momento potrebbe causare ansia e l’empatia e la consapevolezza sono strumenti utili per poterla gestire.

_ Nonlinear: partendo dal presupposto per cui spesso non c’è linearità tra la causa e la conseguenza di un fenomeno, un approccio flessibile diviene fondamentale per affrontare al meglio ogni situazione.

_ Incomprehensible: spesso la complessità dei fenomeni li rende anche difficilmente comprensibili, affidarci all’intuizione può essere d’aiuto.

 

Risulta evidente, dunque, quanto sia importante per affrontare la realtà attuale lo sviluppo della capacità di adattarsi ed essere flessibili.

 

IL PENSIERO CREATIVO PER SVILUPPARE LE PROPRIE CAPACITÀ

Ma è possibile allenarla? Come tutte le competenze trasversali, secondo noi, anche questa può essere potenziata con un po’ di impegno e di dedizione. Per riuscirci può essere utile attivare il proprio pensiero creativo, provando a trovare strategie alternative allo svolgimento standard delle azioni abituali. L’obiettivo di questo approccio è quello di cercare di essere “ribelli” nell’accezione positiva del termine, individuando nuovi modi di eseguire le attività senza avere paura di sperimentare, chiudendo le porte alla monotonia e aprendole alla novità e al cambiamento. Questo non significa buttarsi a capofitto in nuove azioni senza attivare alcun processo di ragiona mento: la riflessione che precede l’azione è sempre necessaria. Il consiglio è invece di fare lo sforzo di aprirsi alla novità senza riproporre in modo rigido sempre gli stessi schemi prestabiliti.

 

DA DOVE INIZIARE

Per iniziare, quando ci troviamo sul posto di lavoro, possiamo provare a pensare a tutti i compiti che svolgiamo abitualmente, sceglierne uno e riflettere su una strategia alternativa per portarlo a termine, cambiandone anche solo un piccolo aspetto. È importante poi definire anche un momento di condivisione con il proprio responsabile, o con dei colleghi, per valutare insieme a loro la fattibilità della nuova soluzione individuata ed eventualmente inserirla come nuovo processo o strumento di lavoro.

 

IL VALORE DELL’EMPATIA

Riallacciandoci al momento della condivisione con l’altro, possiamo introdurre il secondo consiglio: allenare l’empatia. Nell’articolo sull’intelligenza emotiva (DH N.2 APR/MAG) abbiamo introdotto l’empatia descrivendola come la capacità utile per rispettare ed entrare in sintonia con l’altro, riprendendola anche all’inizio di questo articolo come abilità valida per affrontare l’ansia che le situazioni attuali possono provocare. In particolare, solide relazioni sociali e una buona dose di empatia possono diventare utili per esercitarsi a comprendere e apprezzare i pensieri e le emozioni altrui anche quando diversi dai propri, sviluppando così apertura mentale e adattamento ed evitando di chiudersi rigidamente sulle proprie opinioni e idee.

 

IL CONFRONTO PER SVILUPPARE L’EMPATIA

Un possibile esercizio per allenare questa capacità può nascere da un momento di confronto, in particolare quando ci si ritrova ad avere opinioni divergenti su un tema. In questa situazione è importante imparare ad ascoltare attentamente l’opinione altrui, cercando di comprendere tutte le motivazioni che la sostengono. Per farlo, può essere utile riprendere e riformulare le frasi dell’interlocutore, in modo da verificare la correttezza di quanto appreso e fare in modo che si senta compreso e ascoltato nell’espressione delle sue idee, anche se differenti dalle proprie.

 

INTERAZIONE FRA COMPETENZE TRASVERSALI

La capacità adattiva e la flessibilità hanno quindi molte relazioni con altre soft skills: dalla resilienza, alla creatività, all’empatia. Questa è una delle tante caratteristiche delle competenze trasversali, le quali molto spesso agiscono in interazione tra loro sostenendosi a vicenda. Dalle riflessioni proposte, la “capacità adattiva e flessibilità” emerge quindi come skill attuale e con un forte impatto sulle persone in quanto, se ben presidiata, permette di gestire positivamente gli eventi negativi e incerti, di comprendere e gestire le emozioni e di adattare facilmente il proprio comportamento in modo funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi.

 

*Dario Bussolin

Manager della divisione Human Capital del gruppo Aegis Human Consulting Group, Psicologo e Psicoterapeuta in Formazione, Coach, formatore e consulente per le organizzazioni. Da 10 anni collabora con l’Università Cattolica di Milano in progetti di ricerca e supporto alla didattica nel dipartimento di Psicologia. Impegnato nello studiare i processi organizzativi e valorizzare le qualità professionali e personali delle persone, Dario accompagna i professionisti in percorsi di allenamento per consolidare il proprio stile di Leadership, attraverso confronti, metodo, esperienze concrete e tanta passione.

dario bussolin, Manager della divisione Human Capital del gruppo Aegis Human Consulting Group, Psicologo e Psicoterapeuta in Formazione, Coach, formatore e consulente per le organizzazioni
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