A conferma delle responsabilità del datore di lavoro sulla salute e la sicurezza dei propri lavoratori, vediamo l’esito di una recente sentenza della Corte di Cassazione relativo a una particolare situazione.
di Michele Nogara
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito che il datore di lavoro, ai sensi del D.Lgs.81/08 è il responsabile della salute e della sicurezza dei propri lavoratori.
Il 22 luglio 2025, la Corte Suprema di Cassazione della Repubblica Italiana ha emesso una sentenza significativa riguardante il ricorso proposto da S.G. contro una decisione della Corte d’Appello di L’Aquila. La sentenza, emessa dalla Quarta Sezione Penale, ha confermato la condanna di S.G. per omicidio colposo in relazione alla morte di P.F.
CONTESTO DEL CASO
Il caso ha avuto origine il 2 agosto 2013, quando P.F., mentre gestiva un barbecue all’esterno del bar Dolci e sfizi di Martinsicuro, si procurò delle ustioni mortali utilizzando dell’alcol per ravvivare il fuoco.
La Corte d’Appello di L’Aquila aveva confermato la condanna di S.G., ritenendolo responsabile per aver incaricato una persona inesperta di gestire il barbecue, senza le necessarie competenze e senza che i rischi fossero stati analizzati nel documento di Valutazione dei Rischi.
MOTIVI DEL RICORSO
S.G., attraverso il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, lamentando violazione di legge e vizio della motivazione. Sosteneva che la Corte territoriale aveva basato il giudizio di condanna su una situazione di incertezza, violando il principio del “oltre ogni ragionevole dubbio”. Inoltre, S.G. sosteneva che la condotta della vittima fosse abnorme (ovvero fuori dalla legge) e imprudente, e che ciò avrebbe dovuto escludere la sua responsabilità.
DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE
La Corte di cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la responsabilità di S.G.. La Corte ha ritenuto che S.G. avesse effettivamente esercitato i poteri decisionali e di spesa, assumendo la posizione di garanzia prevista dalla legge. La Corte ha escluso che la condotta della vittima fosse abnorme, sottolineando che P.F. stava svolgendo un’attività per la quale era stato incaricato, senza le necessarie competenze.
ANALISI DELLA SENTENZA
La sentenza della Corte di cassazione è stata basata su una serie di considerazioni giuridiche e fattuali. La Corte ha sottolineato che la responsabilità del datore di lavoro non viene meno a fronte di comportamenti negligenti del lavoratore, soprattutto in caso di collaborazioni occasionali. Inoltre, la Corte ha ribadito che la condotta colposa del lavoratore può essere ritenuta abnorme e idonea ad escludere il nesso di causalità solo quando esorbiti dalle mansioni affidate al lavoratore, oppure sia tale da attivare un rischio eccentrico o esorbitante dalla sfera di rischio governata dal soggetto titolare della posizione di garanzia.
CONCLUSIONI
La sentenza della Corte Suprema di Cassazione nel caso S.G. rappresenta un’importante conferma della responsabilità del datore di lavoro in situazioni di negligenza e mancanza di competenze specifiche. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta valutazione dei rischi e della formazione adeguata dei lavoratori, al fine di prevenire incidenti sul lavoro e garantire la sicurezza dei dipendenti.
Viene pertanto ribadito che la formazione, l’informazione e l’addestramento siano fondamentali per prevenire il verificarsi di infortuni.
SUMMARY
La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità del datore di lavoro, sottolineando che essa persiste anche in presenza di comportamenti negligenti da parte del lavoratore, a meno che tali condotte non risultino del tutto fuori dalle mansioni affidate, o generino rischi eccezionali. La sentenza evidenzia l’importanza della formazione, dell’informazione e dell’addestramento per prevenire incidenti e garantire la sicurezza sul lavoro.

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