IL POTERE DELLA LEADERSHIP SITUAZIONALE

Come la capacità di un leader di modulare il proprio stile in base alle esigenze del team può fare la differenza in un ambiente professionale in continua evoluzione

In un ambiente professionale dove le sfide e le aspettative cambiano rapidamente, la capacità di un leader di adattarsi alle esigenze del team diventa cruciale per raggiungere risultati concreti. Ma cosa distingue un leader veramente efficace? Come garantire che lo stile di leadership risponda concretamente alle esigenze del team?

La leadership situazionale sviluppata da Ken Blanchard e Paul Hersey, studiosi e ricercatori americani, offre un quadro di riferimento particolarmente utile per rispondere a queste domande. Essa si basa su un principio chiave: non esiste un unico modo giusto di guidare, ma lo stile di leadership deve variare a seconda della maturità del gruppo e delle competenze richieste per un determinato compito.

Cos’è la leadership situazionale?

Il modello di leadership situazionale si fonda sull’idea che la maturità e la motivazione dei collaboratori, intese rispettivamente come la capacità di portare a termine un compito specifico attraverso competenze consolidate e la propensione a prendersene la responsabilità, siano il punto di partenza per determinare il comportamento del leader. In altre parole, un leader efficace non adotta un approccio rigido e uniforme, ma adatta il suo stile ai livelli di maturità e motivazione delle proprie persone, che variano in base alle situazioni e alle competenze necessarie.

La maturità e la motivazione non sono caratteristiche fisse e generali, al contrario sono strettamente legate alla gestione del ruolo e più nel dettaglio alla complessità delle attività ad esso connesse, oltre all’energia, la motivazione e la stabilità emotiva provata nel quotidiano. Un team può risultare molto indipendente e determinato in alcuni ambiti, ma necessitare di maggior supporto (tecnico o motivazionale) in altri.

Adattare il proprio stile di leadership

Gli autori hanno identificato quattro stili di leadership principali, che corrispondono ai diversi livelli di maturità dei collaboratori:

– Assertivo/direttivo:

il leader fornisce indicazioni chiare e specifiche, gestendo in modo dettagliato il processo. Il leader deve fornire istruzioni dettagliate e guidare ogni passo del processo.

– Persuasivo/formativo:

il leader guida il collaboratore, spiegando il perché delle decisioni e creando un clima di fiducia. L’obiettivo è aumentare l’autostima e il senso di efficacia del collaboratore, facendo sì che non solo migliori le proprie competenze, ma si senta anche maggiormente coinvolto e motivato a lavorare in autonomia. La capacità di influenzare emotivamente, spiegare attraverso il feedback il proprio punto di vista e investire tempo nel monitoraggio delle attività è cruciale in questo stadio.

– Partecipativo/motivazionale:

Il leader si posiziona come motivatore, delegando alcune decisioni e promuovendo il coinvolgimento attivo. Questo stile è utile quando il team ha competenze solide ma potrebbe beneficiare di maggior partecipazione nei processi decisionali, oltre che di un consolidamento motivazionale e una maggiore stabilità emotiva nei momenti complessi.

– Delegativo:

Il leader si limita a monitorare i progressi e interviene solo in caso di necessità. Questo stile è applicabile a persone altamente mature e autonome, capaci di gestire le proprie attività senza un costante intervento. In questo caso, il compito del leader è più quello di mantenere la motivazione alta, fornendo feedback e riconoscimento solo quando appropriato, evitando di intervenire troppo, in modo da non ridurre il senso di autonomia e responsabilizzazione.

Adottare un approccio di leadership situazionale significa riconoscere che ogni collaboratore ha esigenze e livelli di maturità e motivazione differenti, e che un approccio “one-size-fits-all” non è sostenibile nel lungo termine. Ad esempio, un nuovo membro del team potrebbe richiedere un maggiore sostegno iniziale (stile direttivo), ma con il tempo sviluppare le competenze necessarie per lavorare in autonomia, rendendo più appropriato uno stile partecipativo o delegativo.

Allo stesso modo, un collaboratore con grande esperienza potrebbe essere in grado di lavorare autonomamente su determinate attività, ma necessitare di supporto su nuovi compiti o progetti più complessi. In questo caso, un leader situazionale saprà adattare il proprio approccio per offrire il giusto mix di supporto e fiducia per alimentare l’autonomia.

Saper calibrare il proprio stile in funzione delle caratteristiche del proprio team è una capacità fondamentale per chiunque voglia guidare un team verso il successo.

È attraverso l’adozione di un approccio flessibile e adattivo che possiamo garantire la crescita, il benessere e la motivazione dei nostri collaboratori, contribuendo al raggiungimento di obiettivi ambiziosi con un metodo che si adatta al contesto e alle persone.

*Dario Bussolin

Manager della divisione Human Capital del gruppo Aegis Human Consulting Group, Psicologo e Psicoterapeuta in Formazione, Coach, formatore e consulente per le organizzazioni. Da 10 anni collabora con l’Università Cattolica di Milano in progetti di ricerca e supporto alla didattica nel dipartimento di Psicologia. Impegnato nello studiare i processi organizzativi e valorizzare le qualità professionali e personali delle persone, Dario accompagna i professionisti in percorsi di allenamento per consolidare il proprio stile di Leadership, attraverso confronti, metodo, esperienze concrete e tanta passione.

dario bussolin, Manager della divisione Human Capital del gruppo Aegis Human Consulting Group, Psicologo e Psicoterapeuta in Formazione, Coach, formatore e consulente per le organizzazioni
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