C’è una new entry nel direttivo di Rete Horeca. Una nuova figura che rivestirà un ruolo strategico nella gestione e nello sviluppo del network
Da fine maggio Matteo Colombi è entrato a fare parte del direttivo di Rete di Impresa Distributori Ho.re.ca. nel ruolo di Responsabile delle relazioni esterne e di Responsabile commerciale dei distributori soci e indipendenti. La decisione è stata presa in occasione dell’ultima assemblea del direttivo, tenutasi lo scorso 27 maggio, allo scopo di favorire le relazioni con i membri e con l’Industria, ma anche per promuovere ulteriormente il dialogo con la classe politica. Nell’intervista che segue, scopriamo chi è e com’è approdato alla Rete Matteo Colombi:
«Dopo aver frequentato il corso di Economia e Marketing presso l’Università degli Studi di Parma, su consiglio del professore che mi portava in tesi, ho deciso di frequentare un master di specializzazione in Gestione Aziendale presso l’IAE Nancy School of Management, dove ho conseguito la Licence d’État. Prima di finire il master, però, nel 2003 ho iniziato una collaborazione presso Birra Peroni, partendo come promoter e arrivando a ricoprire il ruolo di DMA Manager. Nel 2009, ho rilevato le quote della Tamani Srl, una piccola società di distribuzione di Cremona, assieme ad Andrea Tamani, figlio della vecchia proprietà, fi no al 2022. Di seguito è partita una collaborazione con la ditta Alpori Festa (che conoscevo dal 2002): mentre loro subentravano in Tamani, io entravo come direzione commerciale e membro operativo del CdA in Alpori Festa. Da fi ne aprile 2023, quindi, oltre alla carica di amministratore unico e comproprietario della Tamani assumo il ruolo di direttore commerciale e membro del CdA di Alpori Festa. Inoltre, dal 2018, insieme a Mauro Franzoni, presidente e AD di Levico Acque, sono cofondatore di GhiaccioPuro srl, impresa di Trento che produce ghiaccio alimentare per il mercato tradizionale e moderno».
Da sinistra, Mauro Festa, Barbara Caimi e Giuseppe Alpori, titolari assieme a Stefano Mainetti di AlporiFesta.
Come ha conosciuto Rete Horeca?
«Conosco il progetto di Rete Horeca dall’inizio, fin dai primi messaggi in chat del 2020 con Edoardo Solei e Giorgio Carlino. È stato il momento in cui ci siamo resi conto di non avere una rappresentanza, cosa che, in una tale situazione di difficoltà, ci ha fatto davvero mancare la terra sotto i piedi… Da lì abbiamo cominciato a fare telefonate e incontri, abbiamo intercettato qualche figura politica… ed è stato l’inizio di un processo che ha portato alla costituzione di Rete Horeca. In particolare ci siamo resi conto che era necessario mettere la nostra conoscenza a disposizione della politica, così che, chi deve effettivamente prendere le decisioni, avesse ben chiara tutta la situazione e ben presenti tutti i protagonisti della filiera. Ritengo che quello che ha fatto Edoardo Solei, basandosi sulla sua credibilità, ossia creare un progetto come questo da zero, mettendo insieme tutte le persone che sono coinvolte oggi in Rete Horeca, sia stata davvero un’impresa straordinaria. Di conseguenza, ora il passo successivo è di riuscire a instaurare un filo diretto con chi veramente prende le decisioni, senza però perdere di vista quello che è il rapporto sulla filiera. Non ci si è, infatti, mai resi conto finora di quanto sia necessario andare a lavorare sul vero valore della filiera. E se noi ora riusciamo a gestire sia il fi lo diretto con la politica, sia quello con l’industria e ad avere anche un riconoscimento istituzionale, dal momento che siamo in grado di creare ricchezza e posti di lavoro, riuscir-mo a garantire un futuro migliore a tutti».
Quali sono, quindi, le ragioni che l’hanno spinta a entrare nel direttivo?
«Il fatto di poter contribuire a un progetto di questa portata è per me motivo di orgoglio. Anche considerato il fatto che mettersi in discussione e costruire sono due cose fantastiche: quando inoltre arrivano i risultati – che un po’ alla volta stanno arrivando – è una cosa meravigliosa. Soprattutto, ritengo che ci sia una concreta necessità di imparare a gestire al meglio la situazione e di darle una struttura».
In che modo pensa che Rete Horeca possa agevolare i distributori?
«Secondo me è fondamentale, innanzitutto, spostare l’attenzione da tutto ciò che ha sempre contraddistinto tanti consorzi dagli anni Novanta ai primi anni Duemila. I consorzi erano una sorta di collante che trattava condizioni con l’Industria, molte volte senza una strategia perché non c’è mai stata una progettualità. Il consorzio moderno non dovrebbe avere una funzione puramente economica, ma una funzione da garante, in modo bilaterale sia per l’industria sia per le aziende di distribuzione. Da qui l’importanza della Rete, che permette ai vari consorzi sparsi sul territorio nazionale di lavorare in una direzione univoca. La patente B su cui stiamo lavorando è solo l’inizio, ma a seguire ci saranno progetti relativi al vuoto a rendere e alla sostenibilità, che è alla base del PNRR. Noi abbiamo le strutture e la capacità per gestire al meglio tutto ciò che è “a rendere”: se riuscissimo a far capire alla politica l’impatto positivo di tale nostro lavoro sulla società ne andrebbe del futuro delle prossime generazioni. Occorre dare concretezza a tutte quelle che, al momento, sono ancora delle fantastiche idee. E noi abbiamo i mezzi per farlo».
Lei entra in Rete Horeca in qualità di Responsabile delle relazioni esterne e Responsabile commerciale dei distributori soci e anche indipendenti. Quali sono le strategie che pensa di mettere in campo nel suo nuovo ruolo?
«In 22 anni ho avuto modo di maturare un po’ di conoscenza nel canale. Diverse aziende le avevo seguite come funzionario SABMiller all’inizio della mia esperienza lavorativa. La cosa positiva è che, anche con l’esperienza di GhiaccioPuro Srl, ho scoperto realtà completamente diverse rispetto al canale distributivo Horeca tradizionale, tra cui attività che basano il proprio core business su quick-food, gelo, catering e dolciario. Quindi avendo la possibilità di incontrare interlocutori di vario genere, ho l’opportunità di instaurare relazioni proficue con tante realtà diverse dall’Horeca tradizionale. Penso inoltre che, per i buoni rapporti intrapresi anche con l’Industria, ci sia ancora tanto da fare e che occorra farlo a stretto giro, anche se, purtroppo, con l’estate in corsa, la stagionalità non ci aiuta. Detto questo bisogna comunque dare inizio ai lavori che abbiamo in mente. Io ho tante idee e possibili strategie che vorrei attuare insieme a Edoardo, Giorgio, Giuseppe e Roberto per gestire nel migliore dei modi il lavoro che ci aspetta. Instaurare canali e rapporti mi riesce bene, ma per poterlo fare occorre muoversi in maniera discreta e decisa».